In questo giorno del 1974, muore il grande eroe della TV americana Ed Sullivan. I nostri lettori più giovani potrebbero non sapere molto, se non nulla, di Sullivan, a parte il fatto che ha avuto i Beatles nel suo show nel 1964, e quindi potrebbero permettere ai loro anziani di iscriverlo nel pantheon americano per sempre. Questo non deve accadere. Reperto A: “The Gossip Columnist”, del giornalista David Cort, pubblicato su The Nation nell’ottobre del 1956. Cort rivela Sullivan come uno sbruffone meschino, condiscendente e moralizzatore. In risposta, Sullivan scrisse una lettera all’editore lamentandosi che l’articolo di Cort era “così sciocco che sarebbe apparso insensato se non fosse apparso in una rivista importante come The Nation.”
Sullivan. La sua malevolenza è quasi sepolta dalla vista sotto un’impressionante ottusità e ambizione. La sua attuale serie sul Collier’s si apre con un panegirico alla modestia dei “veri grandi”, tra i quali annovera John Jacob Astor II, Winthrop Rockefeller, Jack Dempsey e Eddie Arcaro. Per grande, Sullivan intende utile per lui.
D’altra parte lo show business, che ha una lunga memoria, non ha dimenticato che Sullivan non ha spesso aiutato gli artisti in difficoltà con una buona parola nel momento critico. A volte, nei suoi giorni di impotenza, ha spesso fatto del suo meglio per distruggere l’impotente e vulnerabile performer….
L’ignominiosa brama di potere di Sullivan sul palcoscenico televisivo lo distingue dalla vera gente di spettacolo, che quando ha successo si ritiene solo fortunata. Mentre fa leva e difende selvaggiamente il suo potere, non esita a chiedersi come potrebbe eventualmente parcellizzarlo, se le cose andassero bene, per diventare presidente o papa. I suoi leccapiedi hanno strane storie da raccontare sulla sua ambizione.
Negativamente, l’ambizione è chiara nella storia del piccolo riparatore di TV nel nord di New York che fu così audace da dipingere sulla facciata del suo negozio il nome “Ed Sullivan TV”. Il nome del piccolo uomo era Ed Sullivan. Il “grande” Ed S. fece prontamente causa al piccolo Ed. S. Positivamente, l’afflato di Sullivan può essere letto nella sua recentissima ruminazione pubblica sul fatto che lui, Sullivan, debba perdonare Ingrid Bergman per un adulterio di sette anni fa regolarizzato dal matrimonio. Siccome Sullivan non è un prete, si deve immaginare che il pensiero gli abbia dato un titillamento che ha voluto prolungare e sfruttare.
Il 13 ottobre 1974
Per celebrare il 150° anniversario di The Nation, ogni mattina di quest’anno The Almanac metterà in evidenza qualcosa che è successo quel giorno nella storia e come The Nation lo ha coperto. Ricevi l’Almanacco ogni giorno (o ogni settimana) iscrivendoti alla newsletter via e-mail.L’articolo di Cort era “così sciocco che sarebbe apparso senza senso se non fosse apparso in una rivista importante come The Nation.”
Sullivan. La sua malvagità è quasi sepolta dalla vista sotto un’impressionante ottusità e ambizione. La sua serie attuale nel Collier’s si apre con un panegirico alla modestia dei “veri grandi”, tra i quali annovera John Jacob Astor II, Winthrop Rockefeller, Jack Dempsey e Eddie Arcaro. Per grandi, Sullivan intende utili per lui. D’altra parte lo show business, che ha la memoria lunga, non ha dimenticato che Sullivan non ha spesso aiutato gli artisti in difficoltà con una buona parola nel momento critico. A volte, nei suoi giorni di impotenza, ha spesso fatto del suo meglio per distruggere l’impotente e vulnerabile performer….
L’ignominiosa brama di potere di Sullivan sul palcoscenico televisivo lo distingue dalla vera gente di spettacolo, che quando ha successo si ritiene solo fortunata. Mentre fa leva e difende selvaggiamente il suo potere, non esita a chiedersi come potrebbe eventualmente parcellizzarlo, se le cose andassero bene, per diventare presidente o papa. I suoi tirapiedi hanno strane storie da raccontare sulla sua ambizione. Negativamente, l’ambizione è chiara nella storia del piccolo riparatore di TV nel nord di New York che ha avuto il coraggio di dipingere sulla facciata del suo negozio il nome “Ed Sullivan TV”. Il piccolo uomo era Ed Sullivan. Il “grande” Ed S. fece prontamente causa al piccolo Ed. S. Positivamente, l’afflato di Sullivan può essere letto nella sua recentissima ruminazione pubblica sul fatto che lui, Sullivan, debba perdonare Ingrid Bergman per un adulterio di sette anni fa regolarizzato dal matrimonio. Siccome Sullivan non è un prete, si deve immaginare che il pensiero gli abbia dato un titillamento che ha voluto prolungare e sfruttare.
Il 13 ottobre 1974
Per celebrare il 150° anniversario di The Nation, ogni mattina di quest’anno The Almanac metterà in evidenza qualcosa che è successo quel giorno nella storia e come The Nation lo ha coperto. Ricevi l’Almanacco ogni giorno (o ogni settimana) iscrivendoti alla newsletter via e-mail.