Motore: Valvola laterale, 4 tempi V-twin
Dislocazione: 45 pollici cubici (750cc)
Trasmissione: 3 velocità a catena
Freni: Expanding shoe front, contracting band rear
Peso: 370 pounds
Proprietario: George Yarocki
L’originale Indian Motocycle Company è rinomata per la produzione di una serie di moto veramente classiche. Ma ci sono alcuni che vi diranno che questa moto era la migliore di tutte.
L’Indian Scout ha iniziato la sua vita nel 1920 come una macchina di medie dimensioni, 600cc, in un mercato americano che era dominato da moto di 1000cc o più. Alla fine, ci fu anche una versione da 750cc, ed entrambi gli Scout offrivano una miscela di potenza utilizzabile e maneggevolezza agile che li rese rapidamente favoriti dai corridori e dai piloti sportivi dell’epoca.
Nel 1928, Charles Franklin, l’ingegnere indiano ed ex pilota responsabile della Scout originale, modificò il design per creare la Scout 101. Incorporò una serie di modifiche suggerite dall’esperienza in pista del mondo reale con la Scout originale, tra cui un telaio più forte, sospensioni e sterzo migliori, un aumento di 3 pollici del passo, una maggiore inclinazione della forcella, un’altezza della sella bassa, 26¼ pollici, e un freno anteriore.
George Yarocki, proprietario di questa 101 Scout 750cc del 1929, è anche ex presidente, e attuale vicepresidente, di un club dedicato alle 101 Scout che vanta 400 membri in tutto il mondo. E nota che la maneggevolezza è il segno distintivo della macchina.
“È una bella combinazione di peso e design”, dice. Maneggia come nessun’altra moto indiana prima o dopo”
I piloti in particolare hanno riconosciuto le qualità speciali del 101. Infatti, la 101 Scout continuò ad apparire nelle competizioni per molti anni.
Purtroppo, però, la 101 Scout ebbe una produzione molto più breve. Il modello è durato solo quattro anni nella linea Indian fino a quando la Depressione ha costretto l’azienda a trovare il modo di tagliare i costi di produzione. Un modo in cui Indian lo fece fu mettere il motore Scout nel più grande telaio Chief a partire dal 1932. Il risultato fu una moto più grande, più pesante e, secondo molti, non altrettanto capace.