Come il covid-19 colpisce le donne incinte e il rischio di trasmissione del coronavirus che causa la malattia al feto o al neonato è di grande preoccupazione per la comunità scientifica e medica.
Siamo partiti male
Durante la gravidanza, la madre subisce notevoli cambiamenti anatomici, immunologici e fisiologici per assicurare il corretto sviluppo del feto. In particolare, il sistema respiratorio è influenzato da alti livelli di estrogeni e progesterone, così come dalla diminuzione dello spazio di espansione polmonare. Questo rende le donne incinte più suscettibili alle infezioni da patogeni respiratori e tendono a sviluppare malattie più gravi in questi casi.
Ma c’è di più. Nel caso specifico del covid-19, il primo passo dell’infezione comporta il legame del SARS-CoV-2 a una proteina sulla superficie della cellula umana chiamata enzima di conversione dell’angiotensina 2 (ACE2). È interessante notare che i livelli di questo enzima nelle cellule della placenta e in vari tessuti fetali sono alti. Questo ha senso, poiché l’ACE2 promuove l’instaurarsi di uno stato antinfiammatorio, vasodilatatorio e antitrombotico che favorisce l’impianto e lo sviluppo del feto.
Alti livelli di ACE2, tuttavia, possono anche promuovere l’infezione da SARS-CoV-2.
Altri paradossi. Quando la SARS-CoV-2 infetta, fa scendere i livelli di ACE2, il che può portare a vasocostrizione, infiammazione e coagulopatie che possono compromettere la gravidanza. In definitiva, oltre a colpire i polmoni, l’infezione da SARS-CoV-2 nelle donne incinte potrebbe diffondersi ai tessuti dell’interfaccia materno-fetale e portare a complicazioni significative che compromettono il normale sviluppo del feto.
Buone notizie
Tuttavia, i dati finora indicano che la maggior parte delle donne incinte con covid-19 hanno una malattia lieve, in contrasto con ciò che è stato visto in precedenza con altri coronavirus gravi (SARS-CoV e MERS).
Così, mentre i ricoveri in terapia intensiva di donne incinte con SARS-CoV e MERS hanno raggiunto proporzioni del 60% e 64%, rispettivamente, con questo SARS-CoV-2 è del 4%. D’altra parte, mentre i tassi di mortalità nelle donne incinte con SARS-CoV e MERS erano rispettivamente del 15% e del 27%, quello di SARS-CoV-2 è, finora, dello 0,1%.
Le ragioni di queste differenze tra i coronavirus non sono chiare, ma sembrano essere legate alle diverse risposte immunitarie che suscitano nelle donne incinte. Per la SARS-CoV e la MERS è proinfiammatoria e, per la SARS-CoV-2, antinfiammatoria.
Tuttavia, un’analisi su circa 400 000 donne di età compresa tra 14 e 44 anni con covid-19 ha dimostrato che le donne incinte hanno più probabilità di essere ricoverate in terapia intensiva, di aver bisogno di ventilazione assistita e di morire rispetto alle donne non incinte. Tuttavia, gli autori notano che il rischio assoluto è “basso”, anche se è un po’ più alto che nelle donne non incinte.
La trasmissione del virus al feto è rara
Si discute attualmente se la SARS-CoV-2 possa essere trasmessa dalla madre al feto. Gli studi indicano che tale trasmissione, se avviene, sarebbe rara.
Una recente revisione di 49 studi scientifici che hanno analizzato 666 neonati ha mostrato che solo il 3-5% dei neonati nati da madri infette erano positivi al SARS-CoV-2.
Il latte materno non contiene virus e anticorpi neutralizzanti
Un altro dibattito è se una madre con covid-19 debba o meno allattare il suo bambino a causa del possibile rischio di trasmissione del virus attraverso il latte. Anche se non si può escludere, i dati disponibili indicano che non c’è nessun virus nel latte materno e che, al contrario, il latte materno di solito contiene alti livelli di anticorpi. Questi anticorpi sono noti come immunoglobuline di tipo A (IgA), che sono in grado di neutralizzare il virus e potrebbero quindi proteggere il neonato dall’infezione.
La preoccupazione maggiore qui è la possibile trasmissione del virus dalla madre al bambino attraverso le goccioline respiratorie o il contatto diretto durante l’allattamento. Tuttavia, uno studio recente indica che l’infezione nei neonati è poco comune, raramente sintomatica, e la probabilità di infezione non è maggiore nei neonati che allattano al seno rispetto a quelli che non lo fanno.
In ogni caso, per ridurre questa possibilità, si consiglia di seguire le regole igieniche di base che impediscono la trasmissione da uomo a uomo, tra cui lavarsi le mani prima di toccare il bambino, pulire gli utensili o le superfici da utilizzare e indossare una maschera durante l’allattamento.
Alla fine della giornata, è importante tenere a mente che anche se le donne incinte di solito hanno un covid-19 moderato, hanno più probabilità delle donne non infette di sperimentare gravi complicazioni durante la gravidanza. D’altra parte, le barriere naturali che impediscono la trasmissione virale da madre a figlio sembrano funzionare nel caso della SARS-CoV-2. L’allattamento al seno avrebbe quindi più vantaggi che svantaggi se si osservano semplici misure igieniche.