La risposta di Andy:
Ciao, e grazie per esserti messo in contatto. Mi fa piacere sapere che ti piace Take10 e che lo trovi utile nella vita quotidiana.
La maggior parte delle persone ha un nodo da qualche parte. Il tuo è nello stomaco, ma può essere ovunque. A volte le persone ne sono consapevoli in anticipo, ma per molte persone è più evidente quando iniziano a meditare. Tanto per essere chiari, non è la meditazione che causa il nodo, ma piuttosto la meditazione che fornisce una lente più chiara attraverso la quale vederlo.
Quando scopriamo per la prima volta questo nodo, la tentazione è di resistere in qualche modo. Dopo tutto, a chi piace l’esperienza della tensione? Sebbene sia una tendenza molto naturale, il problema con questo approccio è che ogni volta che resistiamo, creiamo ancora più tensione, creando un ciclo di resistenza nella mente e tensione nel corpo. Quindi abbiamo bisogno di trovare un modo per osservarla senza resistenza e per uscire dal ciclo.
La prima cosa da fare è riconoscere che la meditazione non riguarda il liberarsi delle cose o cambiare le cose. Si tratta invece di capire le cose, vederle più chiaramente e, attraverso questo processo, diventare più a proprio agio con esse. Quindi cerca di osservare il nodo con un genuino senso di interesse e curiosità. Che cos’è? Dove si trova? Come si sente? Qual è la sua qualità? Che forma ha? È statico o si muove? È caldo o freddo? È sempre presente o solo a volte? Se riesci a lavorare con esso in questo modo, quasi come se fosse un amico che stai imparando a conoscere meglio nel tempo, allora sospetto che inizierà lentamente a cambiare.
Più importante di tutto però, questa curiosità e interesse oggettivo cambia la nostra prospettiva e ha il potenziale per cambiare fondamentalmente il nostro rapporto con il disagio.
Calorosi auguri,
Andy