Ciao,
Ho un rapporto conflittuale con i memi di Internet. Da un lato li amo assolutamente. Nonostante siano per lo più una versione visiva delle barzellette che ci trasmettevano via SMS negli anni ’90 e ’90, penso che l’essenza di un meme sia politica e comunitaria, nel senso che il suo scopo è quello di aiutarci a elaborare uno stato di disperazione o di malcontento attraverso l’umorismo.
I meme sono spontanei e oltremodo impossibili da possedere o attribuire – una volta che un meme è là fuori appartiene a tutti. Nessuno si prende il merito ed è generalmente una cattiva forma farlo. Sono anche spesso profondamente politici, con una sorta di umorismo ironico sullo stato in cui ci troviamo piuttosto che slapstick o di osservazione. TikTok in particolare si presta bene a questa forma politica, con un esempio virale che illustra la scala della ricchezza miliardaria.
D’altra parte, perdo già troppo tempo su internet e ho fatto la politica di scorrere oltre i video di bambini che ballano, gatti antropomorfizzati e, ultimamente, umorismo da coronavirus, perché altrimenti spenderei ancora più tempo prezioso a titillare di frivolezze piuttosto che lavorare o leggere le 18 (le ho appena contate) schede di informazioni serie e preziose aperte sul mio computer.
Ma questa disciplina è diminuita con l’autoisolamento. Ho preso la decisione consapevole di non essere un tale nerd, e di appoggiarmi ai divertenti memi di risposta pandemica che sono non solo su internet, ma anche su tutti i miei gruppi WhatsApp, e apparentemente ora l’unico modo in cui mia madre può comunicare. Anche qualcosa di normale come mandarle un messaggio di buongiorno viene risposto con una gif elaborata, un’immagine o un breve video. A volte è nella stanza accanto quando li invia, e poi, mi segue per la casa, con una mezza risata infantile sulle labbra mentre mi chiede se ho visto l’immagine che ha inviato dove il gatto sembrava pregareClicca qui per l’esilarante gatto che prega? Non è esilarante! (Lettore, lo è).
Ora sto anche pericolosamente virando nel territorio delle mamme, avendo abbracciato completamente il memeing (sì, l’ho verbalizzato) quando tutti lo hanno fatto per un decennio, e – perché purtroppo sono ancora un nerd – devo impedirmi di fustigare a morte le battute seguendo ciò che ho inviato per ulteriori analisi e feedback. In questo senso io stesso sono diventato l’incarnazione fisica del meme “How do you do fellow kids”. Cliccate qui per una spiegazione sincera che inevitabilmente uccide la battuta.
I meme e tutti gli inoltri spammosi che una volta ricevevate ma che probabilmente scorrevate oltre sono ora un modo semplice per raggiungere altre persone e condividere un momento di allegria e solidarietà, come una piccola fiamma che guizza momentaneamente nel buio per mostrare il volto degli altri con cui state condividendo lo spazio, e illumina il vostro volto a loro. Ma se questo è il prezzo di ammissione a una formula semplice e gratuita di risate e connessione, allora così sia. Allora, come va, compagni?
Quali sono stati i memi che vi hanno aiutato a superare le ultime settimane?
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