Conseguenze del trattato:
Si è sempre ipotizzato che la storia della Germania dalla fine della prima guerra mondiale all’inizio della seconda guerra mondiale sia stata soprattutto una storia del trattato di Versailles (Schmidt 108). Mentre la maggior parte della Conferenza credeva che i termini del trattato fossero giusti e moderati, l’opinione della Germania e del suo popolo era di incredulità e rabbia. Tra le nazioni alleate si parlava di come avrebbero fatto a far rispettare il trattato:
“Alla base di tutta la controversia c’era la lotta tra una lotta per mantenere la Germania supina e permanentemente debole e il desiderio di vederla prosperare al punto da poter mantenere i pagamenti delle riparazioni e aiutare a stabilizzare l’economia europea e mondiale. I due obiettivi erano, ovviamente, irrimediabilmente inconciliabili” (Schmidt 17).
Si discuteva se mantenere l’economia della Germania debole o lasciare che beneficiasse l’intera economia mondiale (Schmidt 19). La punizione imposta alla Germania fu grande, spogliandola della terra e del denaro. Doveva assumersi la piena responsabilità della guerra e quindi doveva sopportare la maggior parte del rimprovero: “I governi alleati e associati affermano, e la Germania accetta, la responsabilità della Germania e dei suoi alleati per aver causato tutte le perdite e i danni a cui i governi alleati e associati e i loro cittadini sono stati sottoposti come conseguenza di una guerra imposta loro dall’aggressione della Germania e dei suoi alleati” (Marks 13).
La Germania ricevette una serie di sanzioni, la maggior parte delle quali erano economiche o territoriali. Il trattato portò via 27.000 miglia quadrate di territorio europeo, comprese parti di Francia, Polonia, Danimarca e Belgio. La Germania dovette anche rinunciare al suo intero impero d’oltremare (Kleine-Ahlbrandt 25). Inoltre, il Trattato di Versailles impose una restituzione di 24 miliardi di dollari, e non c’era limite all’idennità totale. Questo era 80 volte la somma che la Francia dovette pagare alla Prussia per le riparazioni alla fine della guerra franco-prussiana. Questa enorme somma stordì l’economia tedesca, “privando il popolo tedesco dell’incentivo all’impresa e l’industria tedesca del capitale tanto necessario” (Schmidt 109). Con l’applicazione del trattato, l’energia dell’economia tedesca, un tempo potente, sembrò scomparire.
Il distretto industriale della Ruhr fu spogliato dall’impero tedesco. Questo distretto era la principale regione industriale della Germania e le forniva l’80% della sua produzione di carbone. Si sapeva che “Il controllo politico di questa ‘grande arma industriale’ significava la supremazia politica sia in guerra che in pace. Questo era il fattore fondamentale dietro l’aspra lotta per il controllo tra Francia e Germania” (Schmidt 16). Inoltre, i campi di minerale di ferro della Lorena furono ripresi dalla Francia, dandole il 45% delle riserve stimate di minerale di ferro in Europa (Schmidt 9). L’area della Lorena era nota per avere alcuni dei migliori depositi di minerale di ferro del mondo, dando alla Francia un enorme impulso alla sua economia. La Germania ricevette queste punizioni e le fu detto che la violazione del trattato avrebbe portato all’occupazione da parte delle truppe alleate: “Se la Germania dovesse violare il trattato, il ritiro potrebbe essere sospeso e la Renania rioccupata” (Kleine-Ahlbrandt 25). Il trattato lasciava poche speranze alla Germania e al suo governo, e per lei era diventato un ostacolo troppo grande:
“Sopportando il peso di una nazione sconfitta dopo una guerra lunga ed estenuante, costretta ad accettare un trattato che poggiava sulla teoria altamente dubbia e discutibile della sola colpa e responsabilità della Germania per la guerra, disillusa dal fallimento degli Alleati nell’implementare i 14 punti di Wilson; assillata da una sconcertante richiesta di riparazioni, così come da un labirinto di problemi economici interni e internazionali, non c’è da meravigliarsi che la neonata democrazia, assediata da nemici interni ed esterni, inciampò e vacillò” (Schmidt 108).
Una cartolina dalla Germania che ritrae una famiglia nella loro madrepatria afferma “Giù le mani dalla patria tedesca!”.
(www.johndclare.net)