Ogni anno, quando arriva dicembre, portiamo avanti innumerevoli tradizioni festive che sono precedenti a tutti noi. Gli alberi di Natale esistono dal 16° secolo in Germania. Le calze possono essere attribuite ai tempi di San Nicola. Ma l’intera idea di baciarsi sotto il vischio è iniziata prima di tutto questo.
L’atto romantico che riunisce così tante coppie nei film di Natale Hallmark (e a volte nella vita reale) è radicato nella mitologia norrena e la pianta stessa ha un significato culturale da molto più tempo.
Al tempo degli antichi Druidi (intorno al III secolo a.C.), il vischio era molto considerato per le sue proprietà curative. Veniva usato per curare molti disturbi, ma il fatto che fiorisse anche nel rigido clima invernale faceva credere alla gente che potesse curare l’infertilità. Quando si trovava il vischio sulle querce, si teneva una cerimonia religiosa che prevedeva il taglio delle piante e il sacrificio di due tori bianchi nella speranza che il loro dio benedisse le bacche di vischio. Le bacche sarebbero poi state usate per creare un elisir che si credeva potesse curare tutti i veleni e rendere fertile qualsiasi persona o animale. L’intera faccenda dei baci non è nata fino a secoli dopo (durante il Medioevo), quando i popoli scandinavi hanno condiviso le storie degli dei nordici.
Dobbiamo ringraziare la dea Frigg perché il vischio abbia assunto un’associazione ancora più amorosa. Secondo il mito, Odino, il dio della saggezza, e sua moglie Frigg avevano un figlio di nome Baldur che, secondo la profezia, doveva essere ucciso. Frigg incontrò tutti gli esseri viventi (piante e animali) esortandoli a non fare del male a suo figlio. Si dimenticò di raggiungere il vischio, modesto e non minaccioso, che il malvagio Loki usò poi per forgiare la lancia che fece cadere Baldur.
Le lacrime che Frigg pianse per suo figlio divennero le bacche che si trovano sul vischio e da quel giorno decretò che la pianta non sarebbe più stata usata come arma. Sarebbe stato invece un simbolo d’amore, e giurò di dare un bacio a chiunque ci passasse sotto. Durante questo periodo, le persone stavano sotto il vischio cercando di riconciliarsi dopo un litigio.
Dove entra in gioco il Natale? Dickens, naturalmente.
Non è del tutto chiaro come o quando il vischio sia stato coinvolto per la prima volta in tutte le feste natalizie, ma la sua prima menzione sembra provenire dal lavoro di Charles Dickens e Washington Irving nei giorni dell’Inghilterra vittoriana. Dickens fa menzione di baci sotto il vischio in The Pickwick Papers e la Vigilia di Natale di Irving fornisce qualche dettaglio in più.
La gente dell’epoca decorava le proprie case con le palle del bacio (AKA kissing boughs), che erano fatte di sempreverdi tagliati, nastri, ornamenti e (naturalmente) vischio. La regola era che se una giovane donna veniva sorpresa sotto una di queste palle, non poteva rifiutare un bacio o non si sarebbe sposata l’anno successivo. Era anche consuetudine che una bacca fosse strappata dalla palla ad ogni bacio che avveniva sotto di essa.
Il vischio potrebbe non essere così presente nelle decorazioni natalizie in questi giorni (dopo tutto è velenoso), ma la sua ricca storia lo rende molto più interessante di un Babbo Natale danzante.
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