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Maze puzzle del Pantheon di Roma, 118 d.C.
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La maestria dei romani nelle tecniche di costruzione raggiunse il suo vertice nel Pantheon. Uno dei grandi edifici dell’architettura occidentale, il Pantheon è notevole sia come impresa di ingegneria che per la sua manipolazione dello spazio interno, e per un certo periodo, fu anche sede della più grande perla del mondo antico.
L’imperatore Adriano e il Pantheon
Originariamente costruito nel 27 aC dallo statista Marco Agrippa, il potente vice del primo imperatore di Roma, il Pantheon fu completamente riprogettato e ricostruito nel 118 dC sotto l’imperatore Adriano. Adriano era posseduto da un’insaziabile curiosità; uno dei suoi contemporanei lo definì un “esploratore di tutto ciò che era interessante”. Trascorse gran parte del suo lungo regno in quattro grandi tour dell’Impero, durante i quali imparò a conoscere le culture che governava, assaggiò diverse cucine e incontrò tutti coloro che lo interessavano. Mentre era ad Atene fu conquistato dalla sua architettura e dall’arte. Fu pittore, poeta, matematico, ma soprattutto architetto e costruttore.
Il Pantheon che Adriano creò è un tempio circolare di cemento rivestito di mattoni, con una facciata in stile greco e una magnifica cupola che si erge dalle sue pareti. La caratteristica più sorprendente dell’edificio è il foro circolare di 27 piedi (l’oculus, o occhio) in cima alla cupola. Di giorno un grande raggio di luce solare lo attraversa, illuminando il marmo riccamente colorato che riveste l’interno della cupola. Per i romani, questo oculo simboleggiava l’occhio degli dei che guardava la loro città. Il tempio era dedicato a tutti gli dei romani; tutte le sette nicchie all’interno della cupola contenevano le loro statue, in particolare quelle di Venere e Marte.
È, per così dire, l’immagine visibile dell’universo.” -Percy Bysshe Shelley, poeta romantico inglese, 1820 |
Uso romano del cemento
Il Pantheon è uno dei più begli esempi dell’uso del cemento da parte dei Romani. I Romani furono i primi a sfruttare questo materiale da costruzione, e senza il suo uso i grandi edifici imperiali dell’Impero Romano non sarebbero stati possibili. Nella cupola del Pantheon, la miscela di calcestruzzo variava dall’aggregato pesante nella base spessa alla pomice leggera nella parte superiore. Realizzata con oltre 5.000 tonnellate di calcestruzzo, la cupola ha un diametro di 142 piedi e un’altezza di 71 piedi, ed era insuperabile per dimensioni fino al XIX secolo.
Nel 609 d.C. il Pantheon fu convertito in una chiesa, e i primi due re d’Italia e molti artisti, tra cui Raffaello, vi sono sepolti. In epoca romana, la più grande perla del mondo antico, che era appartenuta a Cleopatra, l’ultima regina d’Egitto, era anche conservata nel Pantheon. Come questa perla sia arrivata lì – e il destino della sua gemella, altrettanto grande – è una storia a sé.
Cleopatra e la più grande perla del mondo antico
Le due perle più grandi di tutta la storia, secondo Plinio, erano arrivate a Cleopatra dai re d’Oriente. Cleopatra le portò con sé nel 37 a.C. quando andò a vivere con Marco Antonio, che era in lizza con Ottaviano per il controllo dell’Impero. Marco Antonio si abbuffava quotidianamente in banchetti ostentati, eppure Cleopatra lo rimproverava ancora con altezzosa superbia per la pochezza dei suoi banchetti. Antonio si chiedeva quale ulteriore magnificenza fosse possibile, e a questo Cleopatra rispondeva che poteva spendere dieci milioni di sesterzi per un banchetto per entrambi. Questa era una somma favolosa; il tesoro dello stato romano sotto Cesare conteneva trenta milioni di sesterzi. Antonio lo dichiarò impossibile, e le scommesse furono fatte.
Un disegno angelico, non umano.” -Michelangelo, XV secolo dopo Cristo |
Il giorno dopo, Cleopatra servì un banchetto non eccezionale. Antonio rise, pensando di aver vinto la sua scommessa, ma i servi portarono fuori una sola ciotola di aceto. Antonio non poté contenere la sua curiosità mentre Cleopatra, che aveva delle perle notevoli nelle orecchie, se ne tolse una e la fece cadere nella ciotola. La perla si sciolse lentamente e Cleopatra la bevve. Prima che potesse sciogliere anche la seconda perla, Lucio Plancus – l’arbitro della scommessa – le mise la mano sul polso e dichiarò che “Antonio aveva perso la battaglia”
Quando Cleopatra fu catturata dopo che Antonio aveva perso la battaglia navale ad Azio, e quindi l’intero impero romano, la perla rimasta fu tagliata a metà e alla fine fu messa sulle orecchie della statua di Venere nel Pantheon. E questa è la storia di come la perla più grande del mondo sia finita nel Pantheon a Roma.
Testo tratto da Amazeing Art: Wonders of the Ancient World – HarperCollins Publishers – Serialized in Games magazine – Recommended by the Archaeological Institute of America – A BookSense “What’s in Store” Main Selection – Maze puzzle art reproduced by the British Museum