Pensiero dualistico e nonduale
Sommario: Domenica 28 gennaio-Venerdì 3 febbraio 2017
La mente dualistica non può elaborare cose come l’infinito, il mistero, Dio, la grazia, la sofferenza, la sessualità, la morte o l’amore. (Domenica)
La coscienza non duale è una conoscenza molto più olistica, dove la tua mente, il tuo cuore, la tua anima e i tuoi sensi sono aperti e ricettivi al momento così com’è, il che ti permette di amare le cose in sé e per sé. (Lunedì)
L’ampia riscoperta della coscienza non duale e contemplativa mi dà speranza per la maturazione della religione ed è probabilmente l’unico modo per andare oltre la politica di parte. (Martedì)
“Una buona parte della confusione sul significato della non-dualità è emersa quando la gente ha cercato di scoprire cosa, eventualmente, nella nostra esperienza cristiana occidentale corrisponde più strettamente a ciò che l’Oriente intende per non-duale”. -Cynthia Bourgeault (mercoledì)
“Credo che il contributo chiave dell’Occidente alla comprensione della percezione nonduale sia che questo livello di coscienza di più alto ordine (“terzo livello”) non è una semplice estensione della mente. Implica e richiede il passaggio a un sistema operativo completamente diverso, che si trova anatomicamente nel cuore – o meglio ancora, nella mente in sintonia con il cuore”. -Cynthia Bourgeault (giovedì)
“Non posso far accadere momenti di coscienza non duale. Posso solo assumere la posizione interiore che offre la minore resistenza ad essere superato dalla grazia”. -James Finley (venerdì)
Pratica: Canto di Om
Il canto come pratica contemplativa attira naturalmente la nostra attenzione sul presente e calma la mente dualistica. L’atto fisico stesso di respirare e formare i suoni riunisce corpo e mente. Il canto ha un posto in molte tradizioni sacre, dalle melodie gregoriane alle percussioni dei nativi americani ai canti poliritmici dell’Africa occidentale. Ci sono tanti modi di cantare quanti sono i corpi e le corde vocali. Puoi divertirti ad esplorare diversi tipi di canto, o anche a crearne uno tuo, come un modo di meditare e rafforzare la mente non duale.
Perfino il canto più semplice e familiare è “Om”. Nella tradizione indù, Om è la vibrazione originale e basilare del mondo creato, il suono che contiene tutti gli altri suoni. Il mantra è anche chiamato pranava in sanscrito, cioè infonde tutta la vita e riempie il nostro prana, il respiro. Om rappresenta la pienezza della realtà e comprende tutte le cose; non ha inizio né fine.
Puoi praticare il canto di questa singola sillaba da solo o in gruppo, da cinque minuti a più di venti, seguito da un tempo di silenzio. Comincia sedendoti a testa alta e dritto in modo da poter respirare profondamente. Inspira, e durante l’espirazione vocalizza i tre suoni di Om, AUM, su un unico tono. Senti il suono che si muove verso l’alto con il tuo respiro: cominciando dalla tua pancia-aah; muovendoti verso il tuo petto-ooh; vibrando le tue labbra e la cavità nasale-mm. Fai un altro respiro profondo, e canta di nuovo AUM, modellando lentamente le vocali e chiudendo la bocca ad un ronzio.
Ripeti il canto quante volte vuoi, lasciando che tutti gli altri pensieri e sensazioni scompaiano. Se sei distratto, torna a concentrarti sul respiro e sul suono e sul modo in cui si sente nel tuo corpo. Quando sei pronto, lascia che il canto si plachi nel silenzio.
Passaggio al silenzio:
Siamo uniti nell’amore.
Per ulteriori studi:
Cynthia Bourgeault, The Heart of Centering Prayer: Nondual Christianity in Theory and Practice (Shambhala: 2016)
James Finley, Christian Meditation: Experiencing the Presence of God (HarperSanFrancisco: 2004)
Richard Rohr, A Spring Within Us: A Book of Daily Meditations (CAC Publishing: 2016)
Richard Rohr, Silent Compassion: Trovare Dio nella contemplazione (Franciscan Media: 2014)
Richard Rohr, The Naked Now: Learning to See as the Mystics See (The Crossroad Publishing Company: 2009)
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