Gli Inca
Come gli Aztechi, gli Inca sono arrivati tardi sulla scena storica. Anche le loro leggende non sono precedenti al 1200 ce, con il presunto arrivo a Cuzco del primo imperatore, Manco Capac. Come i popoli del Vecchio Mondo, e a differenza di altri aborigeni americani, gli Inca raccontavano la loro storia per regni reali. La maggior parte dei resoconti concordano su 13 imperatori (vedi Civiltà precolombiane: Gli Inca). I primi sette imperatori erano leggendari, locali e di scarsa importanza; le loro tradizioni sono piene di eventi impossibili o improbabili, specialmente quelle di Manco Capac, il fondatore della dinastia. In questo periodo gli Inca erano una piccola tribù, una delle tante, il cui dominio non si estendeva per molte miglia oltre la loro capitale, Cuzco. Erano quasi costantemente in guerra con le tribù vicine.
L’espansione incredibilmente rapida dell’impero Inca iniziò con il figlio di Viracocha, Pachacuti, uno dei grandi conquistatori e uno dei grandi individui nella storia delle Americhe. Con la sua ascesa al trono nel 1438, iniziò anche una storia affidabile, in cui quasi tutti i cronisti erano concordi. Pachacuti fu chiamato dal geografo e storico britannico Sir Clements Markham “il più grande uomo che la razza aborigena d’America abbia prodotto”. Lui e suo figlio Topa Inca Yupanqui possono essere giustamente paragonati a Filippo e Alessandro di Macedonia. Pachacuti fu evidentemente anche un grande urbanista; la tradizione gli attribuisce il piano della città di Cuzco e l’erezione di molti dei massicci edifici in muratura che ancora impressionano i visitatori dell’antica capitale.
L’improvvisa espansione dell’impero Inca fu uno degli eventi più straordinari della storia. Coprì poco meno di un secolo, dall’adesione di Pachacuti nel 1438 alla conquista di Francisco Pizarro nel 1532, e la maggior parte di essa fu apparentemente compiuta da Pachacuti e Topa Inca nei 30 anni tra il 1463 e il 1493. Prima furono sconfitti i rivali di lingua aymara nella regione del lago Titicaca, i Colla e i Lupaca, e poi i Chanca a ovest. Questi ultimi attaccarono e quasi catturarono Cuzco. Dopo di che ci fu poca resistenza effettiva. I popoli a nord furono sottomessi fino a Quito, in Ecuador, compreso il potente e colto “regno” di Chimú sulla costa settentrionale del Perù. Topa Inca assunse poi il ruolo del padre e si rivolse verso sud, conquistando tutto il nord del Cile fino al fiume Maule, il limite più meridionale dell’impero. Suo figlio, Huayna Capac, continuò le conquiste in Ecuador fino al fiume Ancasmayo, l’attuale confine tra Ecuador e Colombia. Al suo massimo l’impero si estendeva dall’attuale confine tra Colombia ed Ecuador fino al Cile centrale, una distanza costiera di più di 2.500 miglia (4.000 km), che comprendeva circa 380.000 miglia quadrate (985.000 km quadrati), circa pari alla superficie di Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Svizzera e Italia messi insieme.